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Intervista con... Missine e Lamprede


Da qualche post stiamo ripercorrendo le fasi che hanno portato gli animali ad acquisire i caratteri tipici dei vertebrati. Nel precedente post, abbiamo osservato da vicino il tessuto osseo, le sue funzioni, i suoi “affini” e abbiamo provato a ipotizzarne l’origine. 
Oggi, continuando il nostro cammino lungo l’evoluzione dei vertebrati, ho intervistato per voi una lampreda e una missina, che ci spiegheranno le loro caratteristiche principali, la loro storia, il loro significato evolutivo. Spero di avergli posto le domande giuste… 

B (blogger): Buon pomeriggio ad entrambe, è un onore avervi qui. Potete presentarvi ai nostri eventuali lettori?

M (missina): Ciao a tutti, il mio nome scientifico è Myxine glutinosa e rappresento qui un po’ tutto il mio gruppo, quello delle missine.
L (lampreda): Ciao a tutti quanti, mi chiamo Petromyzon marinus, più comunemente conosciuta come lampreda di mare, e sono qui a nome di tutte le mie compagne lamprede per farvi conoscere un po’ il nostro mondo. 

B: Dove vivete? 
M: Io sono distribuita più o meno in tutto l’Oceano Atlantico, ma il mio gruppo è presente anche negli altri mari del nostro pianeta. Amiamo acque fredde e siamo molto sensibili ai cambi di salinità, visto che non abbiamo un sistema di osmoregolazione. Siamo animali esclusivamente marini, ci piace vivere vicino al fondale, spesso infossati nel sedimento. Siamo particolarmente golose di invertebrati e di carne di animali in decomposizione. A discapito di quanto si dice in giro, non siamo parassiti, visto che, specialmente di sera, ci dilettiamo con passione nella caccia attiva alle nostre prede (piccoli invertebrati).

L: Noi lamprede siamo animali piuttosto diffusi sia in acqua dolce che in acqua salata. La maggior parte di noi vive nell’emisfero nord, con solo due generi che vivono sotto l’equatore. Siamo animali tendenzialmente di acqua dolce, dove ci riproduciamo e passiamo gran parte della nostra vita. Chi di noi vive in mare da adulto, vi migra una volta raggiunta l’età matura e poi ritorna nelle acque dolci quando si deve riprodurre. Io vivo nell’Oceano atlantico, nel Mar Mediterraneo e sono presente anche in alcuni dei grandi laghi nordamericani. Il nostro cibo preferito è il sangue dei pesci, che riusciamo a succhiare tramite la nostra particolarissima bocca. Non è però del tutto vero che siamo solo parassiti, visto che, se ci capita l’occasione, prediamo anche piccoli invertebrati acquatici.




B: Quante siete? 

M: Fino ad ora credo siano state contate circa 77 specie, divise in 6 generi (le cifre variano a seconda delle fonti, alcuni tendono a sinonimizzare molte specie). Tuttavia, vivendo in ambienti a volta oscuri e difficili, non è improbabile che vi siano altri di noi che ancora non si conoscono.

L: Credo che all’ultimo censimento siamo risultate essere circa una quarantina di specie (43 circa), anche se vi sono numerosi dibattiti se tutte queste specie siano valide o alcune siano sinonimi di altre. Alcune di noi, me compresa, siamo risultati essere più affini rispetto ad altre, tanto che veniamo considerate tutti parte di un gruppo monofiletico chiamato Petromyzontinae.

B: A quanto pare siete in tante oggi. I vostri avi invece, si sa quando sono comparsi?

M: In realtà, c’è ancora poca luce sulla questione. Il più antico fossile di una missina risale al Carbonifero superiore, circa 330 milioni di anni fa. Si tratta di fossili appartenenti ai generi Myxinikela e Gilpichthys, rinvenuti in Illinois (U.S.A.).Inoltre, mi è giunta notizia che sono stati trovati nostri avi anche in francia (Myxineides, n.d.a.). Molti studiosi però pensano che in realtà il nostro gruppo si sia originato prima, forse tra Cambriano e Ordoviciano.

L: Fino a poco tempo fa si pensava che i nostri primi antenati si fossero originati del Carbonifero, visto che i più antichi fossili di lampreda erano stati rinvenuti in strati degli Stati Uniti riferibili a tale periodo. Nel 2006 però è stato scoperta una nuova specie di lampreda fossile, Priscomyzon riniensis, risalente al Devoniano del Sud Africa. Mi pare quindi che facciano risalire a quel periodo la nostra origine, anche se alcuni pensano che potremmo esserci originate molto prima, tra Cambriano e Ordoviciano.

B: Quali sono le vostre caratteristiche principali?

M: Siamo animali molto particolari. Il nostro corpo è generalmente allungato, anguilliforme, con una testa relativamente piccola. In fondo alla “coda” abbiamo una sorta di pinna caudale, che a seconda dei generi può essere solo superiore o estendersi sia sotto che sopra. La mancanza di muscoli nella nostra pinna caudale pare sia uno dei nostri tratti più primitivi. Non vediamo molto bene, visto che i nostri occhi sono piccoli e mancano di numerose struttura tipiche invece dei nostri parenti vertebrati superiori. Tuttavia, nel nostro ambiente relativamente buio, è già abbastanza la loro capacità di recepire la luce e i suoi cambiamenti. Non abbiamo una bocca vera e propria, con mascelle, ma essa è rotonda e dotata di due placchette munite di piccoli dentelli cornei. Usiamo queste placchette per rompere le corazze degli invertebrati o per strappare la carne dalle carogne, visto che esse possono essere estroflesse e riportate dentro grazie ai nostri muscoli. Inoltre, siamo dotate di simpatici tentacoli (io ne ho 6, ma alcune delle mie parenti ne hanno 5), che utilizziamo per aiutarci nella raccolta del cibo. A differenza delle nostre amiche lamprede, possediamo un solo canale semicircolare dell’orecchio, altro carattere che voi studiosi considerate primitivo. Le nostre aperture nasali però, a dispetto delle lamprede, sono direttamente collegate alla faringe, attraverso un dotto nasofaringeo.

L: So che avete già intervistato le missine. A prima vista non siamo molto diverse da loro, soprattutto per la forma del corpo allungata e per la nostra bocca circolare. Però, e siamo orgogliose di questo, noi lamprede siamo ben diverse da loro. Innanzi tutto abbiamo una caratteristica unica rispetto a tutti gli altri vertebrati viventi (ma non fossili), ossia una sola narice, posta in posizione mediale e nella parte superiore del cranio, e non davanti, come negli altri animali. Inoltre, altra caratteristica importante che ci distingue dalle missine è che noi possediamo uno scheletro di cartilagine, che comprende anche anelli vertebrali. I nostri occhi sono grandi e sviluppati, e possediamo due canali semicircolari per ognuna delle nostre aperture uditive. La nostra bocca è circolare, un po’ come quella della missine, ma noi possediamo una sorta di anello cartilagineo munito di tanti piccoli dentelli e una specie di lingua munita di piccoli protuberanze di natura cornea, come se fossero denti. Utilizziamo questo nostro apparato per attaccarci ai sassi, durante il riposo, o al corpo di altri pesci, a cui rosicchiamo la pelle con la nostra lingua per poi succhiarne il sangue.

B: Siete molto diverse dai vostri parenti preistorici?

M: Solitamente si dice che non siamo cambiate molto rispetto alle missine preistoriche (per altro conosciute attraverso pochissimi fossili) e veniamo a volte chiamate impropriamente “fossili viventi”. Tuttavia, confrontandoci con i nostri antenati si possono vedere alcune differenze, soprattutto nella struttura delle branchie, della pinna caudale e nella morfologia generale del corpo. Però, detto con tutta sincerità, ammetto che il nostro tasso evolutivo è stato relativamente lento.

L: No, siamo abbastanza simili. I nostri parenti avevano una forma corporea un po’ meno allungata e pinne più sviluppate, ma tendenzialmente siamo rimaste uguali. Squadra che vince non si cambia, mai.

B: Passiamo a una domanda più interessante. Dal punto di vista filetico come venite considerate?

M: Per quel che ne so io (dal basso dei miei fondali ho sentito qualche voce), fino a qualche tempo fa venivamo considerate i vertebrati più primitivi, posti alla base di tale gruppo. In seguito siamo stati anche posti in stretta affinità con le lamprede, con il quale si pensava formassimo il clade monofiletico dei ciclostomi, o pesci dalla bocca circolare. Mi sembra di capire che attualmente i dati molecolari supportino questa ipotesi..

L: Mi ricordo che una delle ultime volte che ho seguito queste vicende (che a noi lamprede, sinceramente, interessano poco), eravamo considerate parenti strette delle missine. Ieri una mia amica mi ha detto invece che ultimamente veniamo considerate sister – group degli gnathostomi (i vertebrati muniti di mascelle) e quindi non direttamente imparentati con le missine. Tuttavia mi pare di ricordare che è una lampreda un pò di parte (a noi lamprede non piace essere accostate troppo alle missine), mentre credo che in realtà i dati molecolari ci indichino come affini alle missine e appartenti al gruppo dei ciclostomi.

B: Per concludere, vi sentite importanti nello studio dell’evoluzione dei chordati?

M: Direi proprio di si. Le nostre caratteristiche primitive (ma forse meno primitive di quanto si dice n.d.a.) consentono agli studiosi di ipotizzare quali fossero le caratteristiche dei primi vertebrati. Ma ultimamente serpeggia la voce che alla fine siamo così strane, che quasi non c'entriamo niente con gli altri vertebrati (non che a noi la cosa dispiaccia, anzi)!

L: Credo che il confronto tra la nostra morfologia e quella dei "pesci" senza mascelle fossili, unita a quella dei vertebrati con mascelle, sia importante per gli studiosi per capire le caratteristiche dei primi vertebrati. Ma, onestamente, credo che tutti i gruppi siano di importanti per lo studio della storia della vita.

B: Un saluto finale

M: Ciao a tutti e venite a conoscerci perché siamo animali veramente particolari.
L: Un saluto a tutti, e guardatevi le spalle la prossima volta che nuotate in un fiume. Dietro le vostre schiene potremmo esserci noi...

A fine intervista, le due intervistate ci hanno concesso una foto.

La nostra missina

La nostra lampreda

5 commenti:

giovanni7 ha detto...

Ma,le lamprede esistono da oltre 500 milioni di anni ,sono animali a se stanti ,dicendo che tutti gli animali della terra discendono dalle lamprede e missine èer mè è una grande corbelliria

MarcoCasti ha detto...

Ciao Giovanni, grazie per aver commentato.
Non capisco la tua affermazione. Dove avrei scritto che dalle lamprede e dalle missine discendono tutti gli altri animali della Terra? Perchè so benissimo che non è vero, e anzi, in numerosi post ho raccontato quanto l'origine dei vertebrati sia ancora abbastanza oscura. Ti pregherei dunque di ampliare le tue argomentazioni. :-)

Grazie,
Marco

MARCO ha detto...

A parte l uomo , quale altro animale mangia le missine? Perché ho visto un documentario dove si vede che si difendondo dagli attacchi con quella gelatina. Grazie

MarcoCastiello ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
MarcoCasti ha detto...

Ciao Marco. Dunque, anche io ho visto quei video e le missine vengono mangiate (o almeno tentano di farlo) da tanti animali, anche squali, cernie, pesci grandi. Ma la "gelatina" delle missine serve proprio a questo, a proteggerli da eventuali rivali e fare da terrente agli attacchi. Il piu delle volte funziona