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Destinazione Siluriano

Quando ho iniziato questo blog, uno degli scopi era poter dare spazio a quegli argomenti che, perché poco popolari e (apparentemente) poco appariscenti, sono ignoti al grande pubblico.
Tra tutti i periodi geologici del Paleozoico (e superato da pochi altri in generale), il Siluriano è sicuramente quello più negletto e sconosciuto per chi non è del settore. 
Nei corsi di paleontologia o geologia viene indegnamente snobbato, come se in questo arco di tempo, durato circa 30 milioni di anni (da 443,7 a 416.0, ma si attende la nuova scala stratigrafica perchè sono in corso alcune revisioni), non fosse successo niente.

Invece, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione dei vertebrati, il Siluriano fu un periodo veramente molto importante, in cui le linee di vertebrati (praticamente quasi tutte) che erano apparse nell’Ordoviciano ebbero una grandissima radiazione, conquista tutti gli ambienti sia a livello geografico che ecologico, con la famosa Nektonic Revolution of Vertebrates (Blieck, 2009), di cui parleremo in un prossimo post.
Inoltre, i resti di vertebrati trovati in questo periodo (soprattutto nella sua seconda metà) sono così abbondanti che vengono utilizzati nella biostratigrafia, come fossili guida. Ossia, la presenza di un dato resto, micro o macro che sia, di un dato vertebrato all’interno di un dato strato ci permette di correlarlo ad una precisa scala stratigrafica. Una cosa non banale.

Il Siluriano dunque fu un periodo fondamentale per la storia della Vita, soprattutto quella dei vertebrati e dunque in parte anche di noi stessi.
Nei prossimi mesi ci addentreremo nella paleontologia dei vertebrati siluriani, con un occhio di riguardo soprattutto agli agnati.
Molti post fa avevo detto che avrei iniziato la mia trattazione sui vertebrati agnati parlando degli pteraspidomorphi. Fin’ora abbiamo visto i membri ordoviciani di tale gruppo, Arandaspida, Astraspida e gli enigmatici eriptychiidi
Il Siluriano invece fu il regno dell’ultimo gruppo di Pterasphidomorphi, Heterostraci, che raggiunsero una serie di forme e specializzazioni al di la di ogni fantasia, diventando il gruppo di vertebrati dominante di questo periodo.

Prepariamoci dunque, il nostro viaggio nel Siluriano sta per cominciare.

Non mancate!

L'estinzione di massa di fine Ordoviciano Parte 3: vittime e carnefici

Questo è l’ultimo post della serie sull’estinzione ordoviciana. 
Nel primo abbiamo visto la portata dell’evento glaciale avvenuto verso la fine di questo periodo, probabilmente la causa prima dell’estinzione; nel secondo abbiamo invece tentato di capire quali furono i motivi che portarono all’innesco di questa fase glaciale intensa all'interno di un periodo di clima caldo e umido come fu praticamente tutto l’Ordoviciano. 
In questo ultimo post analizzeremo infine le vittime, la portata distruttiva dell’estinzione e le cause più specifiche che portarono i vari gruppi a subire fenomeni di estinzione in alcuni casi anche superiori al 50%.

Nonostante sia ormai appurato che gran parte della LOME fu causata dalle conseguenze dirette dell’insorgere della glaciazione, è altresì chiaro che il fenomeno di estinzione fu esteso a tutto il globo, anche a zone, come i continenti di Laurentia, Baltica e Siberia, che non erano (o lo erano parzialmente) interessati dalla calotta polare e che stavano vicino alle zone equatoriali. Dunque, benché la glaciazione colpì duramente un mondo di esseri viventi abituati ad un clima caldo e umido globale, non va trascurato il fatto che anche in posti dove la glaciazione si fece sentire meno (come le fasce equatoriali) avvennero drastici eventi di sparizione di taxa. 

L'estinzione di massa di fine Ordoviciano Parte 2: I basalti e il crollo della CO2

Per chi non ha seguito la prima parte della storia (necessaria), leggere qui

Poco prima dell'Hirnantiano e della glaciazione che caratterizza quest'ultimo piano dell'Ordoviciano, è avvenuto un leggero periodo di riscaldamento globale (Fortey and Cocks, 2005), chiamato "Boda event" (d'ora in poi BE), circa 447 milioni di anni fa. Questo picco di temperatura, avvenuto in un clima già piuttosto caldo e umido come quello che caratterizzò tutto l'Ordoviciano, è segnalato da un incremento dell pC02 atmosferica, da un aumento del delta C13 e da tracce biologiche correlate ad un aumento della produttività primaria, soprattutto per quanto riguarda i coralli.
Come abbiamo visto nel post precedente, circa 1-2 milioni di anni dopo, iniziò un periodo di intenso raffredamento globale, con un crollo della concentrazione di CO2 e l'inizio di una fase glaciale molto intensa.
Qualcosa, dunque, non torna.
Com'è possibile che si inneschi un periodo glaciale in un momento di alte temperature?
A questa domanda hanno tentato di rispondere in molti.

L'estinzione di massa di fine Ordoviciano Parte 1: Al freddo e al gelo.

Vi avevo promesso che avrei parlato dell’estinzione di fine Ordoviciano ed eccoci qui, finalmente.
Innanzi tutto devo dire che sono contento che questo post, prima di essere tale, è stato presentato sotto forma di power point durante una mia esposizione alla classe (insieme ad altre belle presentazioni tenute da altre mie colleghe) nel corso di Evoluzione Geologica di un Pianeta Abitabile per la laurea magistrale in Scienze della Natura.
Il mio intento di dare a certi avvenimenti negletti (e vedrete che questa estinzione lo è) lo spazio che si meritano, è riuscito non solo attraverso il blog ma anche dal vivo, e la cosa mi riempi di gioia.

Ma bando alle ciance.
Tra tutte le grandi estinzioni di massa, l’evento che avvenne alla fine dell’Ordoviciano è, in rapporto alla sua portata, senza dubbio quello meno conosciuto.
Ciò che quasi tutti non sanno (ma dovrebbero) è che l’estinzione di massa di fine Ordoviciano, che da ora in poi chiameremo affettuosamente LOME (Late Ordovician Mass Extinsion), non solo è stata la più antica delle cinque "Big Five" (ossia, le grandi estinzioni di massa che hanno caratterizzato la storia della vita della Terra, avvenute tra ordoviciano/siluriano, devoniano/carbonifero, permiano/triassico, triassico/giurassico e tra cretaceo/paleogene), ma è anche quella che occupa il secondo gradino del podio come numero di specie estinte, dopo l’inarrivabile estinzione di fine Permiano. Infatti, la LOME spazzò via dalla faccia del pianeta circa l’85% di tutte le specie della Terra (Jablonski 1991)!
Ma, ahimè, nonostante batta di circa il 10% la portata distruttiva dell’evento avvenuto al limite k/pg (per intenderci, quello in cui si estinsero rettili volanti, rettili marini e gran parte dei dinosauri), essa risulta molto meno famosa di quest’ultima.
Del resto, si sa, i dinosauri sono animali molto più mediatici e rendono famoso tutto ciò che è a loro collegato.

Nuova Pagina su Paleostories

Cari lettori,
so che aspettate con ansia (sarà poi vero?) il doppio post sulla crisi di fine Ordoviciano.
Purtroppo sono appena tornato da una settimana di guide paleontologiche e non ho avuto il tempo per lavorare. Nel tempo libero però, ho ordinato un pò i vari post del blog e creato questa nuova pagina.

La pagina "indice del blog" contine tutti i post che sono stati attualmente pubblicati su Paleostories, raccolti per aree tematiche. Il senso di questa pagina è di permettere a nuovi e vecchi utenti di non perdersi nei vari argomenti, che spesso hanno post cronologicamente distanziati tra di loro, e di leggere tutte le varie storie per intero.

A me piacciono i libri e ho voluto ordinare i vari post come se fossero pagine di capitoli di un libro.

Spero vi piaccia l'idea.

A presto

P.S. Non preoccupatevi, ho promesso che avremmo parlato a breve dell'estinzione Ordoviciana. 
Entro fine settimana sarà pubblicata.