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Buone paleofeste a tutti

Fra pochi giorni parto per festeggiare la fine dell'anno con i miei parenti nel sud Italia. Non avendo accesso a internet (e sincera voglia di riposarmi) le attività di Paleostories si fermeranno fino a dopo l'epifania.
Ma non temete, il nuovo anno si prospetta succoso e ricco di novità paleontologiche, quindi, è solo un arrivederci.

Buone feste,
a presto


P.S. Per chi, come me, non crede nel natale cristiano, questa è comunque l'occasione di festeggiare, visto che questa è la settimana dei Saturnalia, la festa dedicata a Saturno. Saturno era per i romani l'equivalente di Krono per i greci. Perciò viva le divinità del tempo e, dunque,anche della paleontologia.

C'era una volta in Italia: nel Cambriano, ancora in Sardegna

Questo post è indissolubilmente associato a questo e, sebbene possa essere letto anche da solo, è vivamente consigliato di prendere visione anche del suo post fratello.

La Sardegna oggi è senza dubbio uno delle più famose mete turistiche estive d'Italia, per il suo bel mare, le sue spiaggie ampie e in generale per il paesaggio brullo, naturalistico e molto avventuriero. Ma, come in molti altri casi, spesso il paesaggio di fronte a cui ci meravigliamo nasconde (in questo caso sotto i nostri piedi) altre e forse ancor più meravigliose storie, difficili da vedere quanto belle da scoprire. A livello geologico, la Sardegna forse è uno dei casi più emblematici: voi, o turisti che affollate le coste sarde tutti presi dalla voglia vacanziera di sole e mare, lo sapete che state camminando sullo scrigno che contiene le rocce più antiche d'Italia?

Ebbene si,
come abbiamo visto già lo scorso post, la nostra isolona presenta tracce di antichissimi fondali marini depositati parecchi milioni di anni fa, già a partire dalla fine del Precambriano. 
Chi ama il mare non resterebbe deluso all'arrivo di un ipotetico viaggio nel tempo  nel Cambriano sardo: durante questo periodo, la Sardegna era completamente ricoperta dall'acqua, facendo parte di una porzione del margine settentrionale di Gondwana, in zona dal clima abbastanza caldo, con un fondale sabbioso argilloso.

Il Cambriano sardo è piuttosto ben conosciuto e studiato da anni, grazie anche all'estrema potenza di alcuni dei suoi affioramenti, come quelli che si trovano nella zona del Sulcis, nell'Iglesiente e in generale nella zona centro - meridionale dell'isola (Barca &Spano, 2008).
La base del Cambriano è documentata da depositi silicoclastici, con arenarie, argille e livelli calcarei depositati in ambiente marino, probabilmente proveniente dall'erosione subarea di Gondwana, che riversava lungo i margini abbondanti quantità di sedimenti.

C'era una volta in Italia: il Precambriano sardo

Quando si parla di fossili spesso si sentono nomi di località esotiche, posti lontani e misteriosi. A volte sembra che la paleontologia esista solo all'estero, in Cina, in Argentina, negli Stati Uniti. Eppure, anche la nostra cara Italia ha una storia geologica e biologica antichissima, e le tracce di questa storia sono giunte sino a noi più frequentemente di quanto pensiamo.
Per continuare con la filosofia di Paleostories, il cui scopo primario è dare un pò di spazio a quegli argomenti paleontologici che sono spesso ingiustamente messi da parte, ho intenzione di iniziare una serie di post che ripercorrano la storia della vita sulla Terra in base al record fossile italiano.
Intervallerò i post con altri di argomento vario (in base a quello che mi viene in mente, nuove scoperte, riflessioni, etc..). 
Viaggeremo nel tempo per scoprire che bene o male quasi tutti i periodi della storia della vita, dal Precambriano all'Olocene, sono rappresentati da fossili trovati entro i nostri confini.
E così, quando qualcuno vi chiederà le bellezze del nostro paese, forse vi ricorderete di qualche post e avrete qualcosa in più da poter raccontare.

Il nostro viaggio comincia circa 600 milioni di anni fa, verso la fine del Precambriano, Sardegna.
Le più antiche rocce attualmente conosciute provengono da neanche così rare zone dell'isola sarda, in particolare nella sua parte sud est- sud ovest, e in zona settentrionali come la Gallura e l'Asinara.
La loro attribuzione alla parte finale del Precambriano non è così sicura, ma recenti lavori hanno comunque portato dati a supporto di questa datazione (De Muro et al., 2009).
Come è noto, questo periodo della storia della Terra è molto poco conosciuto, per cui, anche se di dubbia datazione e senza un numero di fossili così cospicuo, ritengo che almeno sapere dell'esistenza di depositi prepaleozoici in Italia sia un must per tutti quelli che vogliono avere coscienza della storia geo-paleontologica del nostro paese.

Carnevale della Biodiversità VI Edizione: Lo strano caso degli animali con le ruote

Questo post partecipa alla Sesta Edizione del Carnevale della Biodiversità.
 Il tema di questa edizione è: "Ho visto cose..la biologia dei mondi fantastici"
Per l'occasione, su Paleostories parliamo di un tema affasciante nel mondo della biologia, le ruote.



Quando frequentai il corso di evoluzione biologica all’università, una delle mie lezioni preferite fu quella relativa ai vincoli e alle regole della vita.
Prendere atti dei limiti dimensionali degli organismi o del fatto che molte piante si sviluppano seguendo la successione di Fibonacci fu per me estremante interessante, ma ciò che mi colpi di più fu il discorso relativo al perché gli animali non possono avere le ruote.
Pensateci bene e vedrete che non è difficile capire perché in naturale le ruote non esistono: innanzi tutto, avere una ruota vuol dire possedere una struttura circolare capace di ruotare intorno ad un asse. Ovviamente, perché il sistema funzioni queste due parti devono essere a stretto contatto ma separate e indipendenti. 
Questo però porta al problema fisiologico di come mantenere all’interno dei parametri vitali entrambe le parti (il problema sarebbe soprattutto la ruota): come un organismo potrebbe portare nutrienti, ossigeno, enzimi, etc ad una parte del corpo che è staccata dal sistema centrale?
Oltre a questo, uno dei motivi per cui gli animali non hanno sviluppato le ruote è, banalmente, l’assenza di strade: senza superfici lisce e uniformi, avere le ruote non sarebbe così vantaggioso. 
I substrati della Terra sono spesso irregolari, accidentali, scabri, più ad atti ad arti mobili e flessibili che a ruote. 
Dunque, cosa me ne faccio di una ruota se poi averla è più svantaggioso che non averla?

Ecco quindi che, grazie alla logicità di queste risposte, all’epoca anche io mi convinsi del fatto che fosse praticamente impossibile che gli animali potessero aver evoluto le ruote.
Le mie convinzioni crollarono quando, con mia immensa sorpresa, incontrai un gruppetto di animali davvero speciali.

Coming soon: il Carnevale della Biodiversità.


E' con grande piacere che vi annuncio l'imminente ritorno del Carnevale della Biodiversità, a cui quest'anno parteciperà anche Paleostories.
Per chi non lo conosciesse, il Carnevale della Biodiversità è una sorta di "manifestazione culturale" a cui aderiscono diversi blog di argomento biologico - naturalistico. La manifestazione si svolge attraverso la contemporanea pubblicazione da parte dei blog iscritti di post che seguano tutti lo stesso tema prefissato. Il bello del CdB è che ogni blog porta le sue diverse tematiche e competenze ad un argomento comune, in modo da fornire anche un bello spunto di integrazione e confronto tra le diverse discipline.
Dopo le edizioni precedenti, che hanno toccato diversi argomenti come le nicchie estreme o l'imporanza delle dimensioni nella biodiversità, avrà come tema il fantastico e l'immaginazione. Il mondo della fantascienza in cui la razionalità della scienza si fonde con il mondo onirico della fantasia.

Il nome del tema sarà: “Ho visto cose… La biologia dei mondi fantastici” 

I post saranno postati tutti insieme il 12 dicembre.

Mi raccomando, non perdetevi l'evento, qui come sugli altri blog partecipanti.